Storia di Sedico

Tutte le informazioni relative alla storia del Comune di Sedico

Preistoria

Il centiano circa di manufatti litici rinvenuti a Trivia, fa pensare che tra Neolitico e Eneolitico (da 5.500 a 4.000 anni fa) sia esistito un insediamento, di esigue dimensioni con un piccolo nucleo di agricoltori. Basandoci sui rinvenimenti nella zona di Noal, possiamo immaginare l’esistenza di un insediamento del 1.200 a.C., un castelliere situato sulla sommità del colle “dei Mirabei”.

Epoca Romana

In epoca romana il territorio era attraversato da importanti vie di comunicazione, come la strada Feltre-Belluno passante per l’asse Bribano-Triva-S. Fermo. Altre strade minori romane attraversavano le frazioni del comune di Sedico: nei pressi di Mas, sono stati rinvenuti qualche anno fa i resti di una torre di guardia con reperti romani (borchie militari di bronzo a margherita circa del I-III sec. d.C.). Infine, riguardo ai toponimi, parecchi di sicura origine romana,: quelli in “ico” ed “igo” (come Sedico) i più antichi e riprendono l’uso celtico della terminazione dei nomi propri, per indicare i possessori dei terreni; quelli in “ano” (come Bribàno, Longàno, Libàno) si riferiscono alla colonizzazione romana.

Medioevo

Il periodo medievale vide Sedico con i suoi castelli al centro di contese in particolare con i Trevigiani. Nell’aprile 1196, i Feltrini e i Bellunesi (guidati dal vescovo), giunsero al castello di Mirabello (attuale Mirabei di Noal) e, dopo averlo occupato, si occuparono di quello di Landredo (attuale Landris) dove caddero molti soldati trevigiani e ben quaranta vennero fatti prigionieri.
Ogni paese inoltre in generale aveva il suo signorotto, che viveva in una specie di casa-fortezza provvista di torre; di queste, restano poche testimonianze (a Barp, Cugnàch, Villiago e nel centro di Sedico), difficilmente riconoscibili dopo l’ordine di Venezia del 1421 di abbattere ogni torre nella provincia. Le famiglie nobiliari prendevano il nome dal luogo dove risiedevano ( Da Libàno, Da Pasa, Barpi, ecc…).
Dal Basso Medioevo gli abitanti del comune di Sedico si organizzarono in Regole, che garantivano un governo della cosa pubblica e della vita comunitaria del territorio delle frazioni. La Regola provedeva alla viabilità, alla sistemazione degli argini dei torrenti, all’assegnazione di legname, dei pascoli, dei territori da sfalciare e provvedere ai bisogni della Chiesa. Il territorio del comune, fino all’arrivo di Napoleone, risulterà diviso nettamente in due, con la Parte Alta appartenente al Pedemonte e quella Bassa alla Pieve di Sedico.

Età moderna

Durante l’epoca moderna, la dominazione della Repubblica di Venezia attraversò quasi quattro secoli di storia, dal 1404 fino alla sua caduta del 1797. È in quest’epoca che si svilupparono numerose segherie (nella zona dei Meli) che lavoravano i tronchi che discendevano dall’Agordino mediante fluitazione lungo il Cordevole. Nella Parte Alta del comune era importante l’industria delle mole, estratte nella zona tra Libano e Tisoi,che venivano esportate in tutta Europa.

Età contemporanea

Con l’arrivo di Napoleone, Sedico entrò a far parte del Regno Italico, poi nel 1812 passò all’Austria ed infine nel 1866 venne annessa al Regno d’Italia.
Tra gli ulimi anni dell’Ottocento e i primi del Novecento, a causa della tassa sul macinato ci furono massicce ondate di emigrazione verso le Americhe, portando la popolazione a calare di quasi un quarto rispetto circa 4.000 abitanti di metà Ottocento. Particolare è l’esistenza in Brasile di città e paesi fondati da Bellunesi, quindi aggemellati ad alcune città della provicia con numerosi discendenti bellunesi provenienti anche dal comune di Sedico: per esempio il cognome Pavei, tipicamente sedicense, è molto diffuso nello stato di Santa Catarina.
Nella Prima Guerra Mondiale il territorio del Comune è “retrovia”. Basti pensare le baracche fra Landris e Seghe di Ville che erano adibite alla lavorazione di corde per i militari, o il parco macchine dell’esercito in Villa Miari. A Villa Patt si insedia il Comando della 4ª Armata e a Bribano, nelle scuole Elementari, c’è l’ospedale. In seguito alla disfatta di Caporetto, Sedico finisce sotto occupazione austriaca fino alla fine del conflitto.
Dopo il Biennio rosso, anche a Sedico il fascismo prese il sopravvento. Tra lunedì 6 e martedì 7 novembre 1922 il municipio fu occupato da squadristi che costrinsero l’amministrazione socialista guidata dal sindaco Luigi Cavallini, liberamente eletta nelle elezioni 1920, a dimettersi. Durante l’epoca fascista, nonostante la dittatura e la crisi economica post 1929, sorgono in paese alcune istituzioni come la casa di riposo, la scuola di Libano, gli asili Bribano e Sedico e la ferrovia Bribano – Agordo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale dopo l’8 settembre 1943 la provincia di Belluno, insieme all’Alto Adige e al Trentino, venne occupata dai nazisti nella Operationszone Alpenvorland – Zona d’operazione delle Prelapi, appendice del Terzo Reich, sotto il comando del Gauleiter Franz Hofer. Numerose furono le bande di partigiani che si scontrarono con l’esercito tedesco e con il “Corpo di Sicurezza Bellunese” (CSB) e che in comune di Sedico spesso trovarono rifugio nelle montagne come la Pala Alta. Inoltre che Bribano fu bombardata dagli aerei alleati che cercavano di distruggere il ponte sul Cordevole per tagliare la ritirata all’esercito tedesco.

Il secondo dopoguerra

A partire dagli anni sessanta, ebbe inizio l’industrializzazione con l’insediamento della “Filatura Bellunese” a Landrìs nel 1961, e della Pirelli a Sediconel 1964, stabilimenti entrambi scomparsi. Due catastrofi segnarono quegli anni: il disastro del Vajont (9 ottobre 1963) e l’alluvione del 4 novembre 1966, che sconvolse anche il territorio comunale.

Sedico ai giorni nostri

Durante il Novecento Sedico, da comune basato su attività agricole e sul commercio del legname, è diventata una realtà industriale importante a livello locale. Questo sviluppo, a partire dagli anni ottanta, è stato possibile grazie alla posizione strategica lungo l’asse Belluno-Feltre e Sedico-Agordo. Sul territorio vi si sono stabilite piccole e medie industrie come la Luxottica, che con la loro ampia offerta di lavoro ha portato a fenomeni di emigrazione interna da comuni di montagna della provincia, provocando un notevole incremento demografico e una conseguente espansione edilizia sul territorio.

Pagina aggiornata il 05/04/2024

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